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Sono docente a contratto presso l’Università degli Studi di Trento, Corso di laurea in Filosofia. Nel 2002 ho conseguito il PhD in filosofia presso la Karl-Franzens-Universität di Graz (Austria) con una tesi su Susanne K. Langer e la sua teoria delle origini della coscienza simbolica nell’essere umano. Tornato in Italia ho iniziato a collaborare con la Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento, senza però interrompere i miei rapporti con il mondo culturale austriaco. I miei principali ambiti di studio sono la filosofia della natura del XX secolo, l’antropologia filosofica tedesca e americana dello stesso periodo, l’etologia di Konrad Lorenz (soprattutto gli scritti degli anni Trenta e Quaranta) e l’ontologia del vivente di Nicolai Hartmann.
Le ricerche che ho svolto in questi ambiti mi hanno portato a incontrare, con sorprendente frequenza, la figura e l’opera di Jakob von Uexküll. Influssi di Uexküll si ritrovano infatti in Scheler, Plessner, Gehlen, Susanne Langer, Heidegger, Lorenz, Sebeok e numerosi altri filosofi e scienziati. Molto spesso però mi era difficile distinguere i contenuti originari della concezione uexkülliana dalle interpretazioni posteriori; così, a partire dal 2008, ho deciso di dedicare a Uexküll uno studio autonomo, che mi ha portato ad addentrarmi nei territori a me ignoti della biologia teorica a cavallo tra XIX e XX secolo. Il progetto è stato realizzato grazie a un assegno di studio della Provincia Autonoma di Trento che mi ha consentito di consultare, in Estonia e in Austria, archivi molto importanti per le ricerche uexkülliane. Da questi studi è nato un volume – “Jakob von Uexküll. Alle origini dell’antropologia filosofica”, Brescia 2011 – che rappresenta nel contesto Italiano la prima opera di introduzione e approfondimento critico all’autore.
Nel corso della ricerca ho potuto cogliere la grande attualità di Uexküll, a partire dalla sua originaria intuizione dell’animale come soggetto attivo, incessantemente impegnato nel dare senso al proprio ambiente. Questa intuizione è accompagnata, quasi specularmente, da un’idea dell’ambiente naturale come fragile trama di rapporti semiotici, alla quale l’uomo (forse il più potente, ma non certo l’unico soggetto interpretante) si dovrebbe accostare con modestia e rispetto. A tali tematiche è dedicato questo blog.
Blog 2012
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